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L'avvento



Nella Chiesa cristiana si chiamano feste o solennita´ mobili quelle che dipendono dal giorno in cui cade la Pasqua; feste o solennita´ fisse quelle che tornano sempre lo stesso giorno.
La prima festa mobile dell´anno ecclesiastico è l´Avvento, tempo consacrato in modo particolare al culto di Dio e della B. Vergine Maria, allo scopo di preparare i fedeli alla celebrazione del Santo Natale. In questa sacra preparazione, la Chiesa si pone sotto gli auspici della Madonna, che commemora con riti e preghiere particolari.
E´ da Maria che Essa attende il Messia, il Liberatore delle genti, e percio´ la invoca con la voce dei SS. Profeti e Patriarchi. La prega coi nomi piu´ dolci e convenienti alla futura Madre di Dio.

Anche Santa Ildegarda nel “Symphonia armonie celestium revelationem” ha composto numerosi canti dedicati proprio alla B. Vergine Maria che si possono recitare come preghiere in questo bellissimo periodo di attesa del Natale. Ve ne presentiamo alcuni nella traduzione della prof.ssa Maria Elena Tabaglio.

La bellissima sequenza “O VIRGA AC DIADEMA” per esempio, uno dei capolavori di Ildegarda, si rifa´ ai temi fondamentali per la fede del cristiano: Maria viene presentata come Mediatrice e Salvatrice, in quanto riscatta il peccato di Eva, entrato all´origine nell´animo umano, e lo fa proprio  in virtu´ della sua Immacolata Concezione (la sua nascita senza peccato originale), della sua Verginita´ e della sua Purezza ed Umilta´. Queste virtu´, per cui Maria e´ spesso definita la Tutta Bella, hanno fatto di Lei la prescelta da Dio Padre per la realizzazione del Suo progetto salvifico. Tramite l´Incarnazione del Verbo, e quindi del Figlio di Dio nel  grembo verginale di Maria, grazie allo Spirito Santo, si e´ arrivati alla Redenzione.

Interessante ricordare che le consorelle di Ildegarda interrogate durante la raccolta del materiale per la canonizzazione della Santa, raccontarono di averla vista circonfusa di luce divina, mentre cantava questa sequenza nel chiostro del convento. (P.L.197, 133c.)



O RAMO  E DIADEMA/O VIRGA AC DIADEMA

O ramo e diadema
della porpora regale,
che sei nella tua clausura come in una corazza.

Sbocciando tu fioristi
in altro modo
da Adamo, che diede la vita
al genere umano.

Ave, ave,
dal ventre tuo nacque una vita diversa
da quella che Adamo
nego´ ai suoi figli.

O fiore, tu non nascesti dalla rugiada
ne´ dalle gocce di pioggia,
ne´ l´aria si mosse sopra di te,
ma ti creo´ la Luce divina
nel nobilissimo virgulto.

O virgulto, Dio ha previsto
la tua fioritura
il primo giorno della Creazione.

E del suo Verbo
ne fece materia aurea,
o Vergine degna di lode.

O che grande forza
e´ nel fianco dell´uomo,
dal quale Dio trasse
la forma femminile,
facendone specchio della bellezza
e amplesso di tutte le sue creature.

Quindi gli strumenti celesti risuonano melodiosi,
e tutta la terra si meraviglia,
o Maria degna di lode,
perche´ Dio molto ti amo´.

O quanto fortemente dobbiamo lamentarci e angustiarci,
perche´ la tristezza della colpa
penetro´ nella donna, lusingata dal serpente.

Perche´ proprio la donna
che Dio volle Madre di tutti gli uomini
colpi´ il suo ventre con le ferite dell´ignoranza
e causo´ il grande dolore della sua progenie.

Ma, o aurora,
dal ventre tuo,
un nuovo sole e´ sorto,
che ha cancellato
tutti i peccati di Eva,
e ti elargisce una benedizione maggiore
del danno
arrecato da Eva al genere umano
.
Per questo, o Salvatrice
che portasti
al genere umano nuova luce,
riunisci le membra del Figlio tuo
nell´armonia celeste.


Altrettanto belli e significativi sono altri 3 Carmina della stessa raccolta “Symphonia armonie celestium revelationem”, : O che grande miracolo e´ questo, O lucentissima Madre ed infine O quanto e´ preziosa.
I temi trattati sono ancora una volta quello della contrapposizione tra la figura di Eva e quella di Maria e del suo ruolo  di detersione dal male ed edificazione di tutte le virtu´(O che grande miracolo e´ questo )

O CHE GRANDE MIRACOLO E´ QUESTO/ O QUAM MAGNUM MIRACULUM

O che grande miracolo e´ questo,
che in una forma sommessa di donna
il re entro´.
Dio lo ha fatto,
perche´ l´umilta´  s´innalza al di sopra di tutto.
E che grande gioia e´
in questa forma,
perche´ il male,
sgorgato da una donna,
quest´altra  poi lo deterse,
ed edifico´ tutte le piu´ soavi fragranze delle virtu´,
e orno´ il cielo
piu´ di quanto la prima avesse turbato la terra.


Nel canto O lucentissima Madre;  Maria diventa Madre della santa medicina, rifacendosi ad un´antica metafora secondo la quale Cristo rappresenta la MEDICINA VERA e Maria il Medico che  la somministra.  Portandoci Gesu´ infatti, la morte viene distrutta e si edifica la vita. Un´altra immagine e´ quella di   Maria stella maris, ovvero di stella/guida che porta al sole: il Figlio. Nel coro dello stesso canto ritorna l´idea di  Maria Mediatrice del genere umano.

O LUCENTISSIMA MADRE/O CLARISSIMA MATER

Della Santa Medicina,
Tu versasti,
tramite il Santo Figlio tuo,balsami preziosi
sulle dolenti piaghe della morte,
che Eva edifico´
per il tormento delle anime.
Tu hai distrutto la morte,
edificando la vita.

Intercedi per noi presso il Figlio tuo,
stella del Mare, Maria.

O strumento che da´ vita
e gioioso ornamento
e delizia di tutte le delizie,
che in te non avranno mai fine.

Intercedi per noi presso il Nato tuo,
stella del mare, Maria.

Gloria al Padre e al Figlio
 e allo Spirito Santo.

Intercedi per noi presso il Nato tuo,
stella del mare, Maria.



Il terzo canto invece sottolinea quanto e´ preziosa la Verginita´ di Maria. Ha permesso che il Figlio di Dio entrasse nel suo grembo verginale e ne uscisse lasciandolo intatto, quindi ancora Vergine, attraverso un passaggio segreto che l´uomo non puo´ conoscere.
Una bella immagine di questo momento ci viene offerta nel testo della Beata Emmerick, che abbiamo riportato nel capitolo sul Santo Natale oppure altrettanto bella e significativa la descrizione della Nascita di Gesu´ nel testo mistico di Maria Valtorta, L´evangelo come mi e´ stato rivelato , I Libro.  

O QUANTO PREZIOSA/O QUAM PRECIOSA

O quanto preziosa e´ la verginita´
di questa Vergine
che tiene la porta chiusa
e nel cui grembo
Dio ha infuso
Il suo ardore,
cosi che´ in esso un fiore sboccio´.

E il Figlio di Dio
Quasi come l´aurora usci´
per il segreto passaggio.

Quindi il tenero boccio,
che e´ suo Figlio,
apri´ il Paradiso
grazie alla clausura del suo grembo.

E il Figlio di Dio
quasi come l´aurora usci´
per il segreto passaggio.


Traduzione dal latino a cura di Maria Emanuela Tabaglio ,
in: Ildegarda di Bingen, Carmina Symphonia armonie celestium revelationum, Gabrielli editore, S. Pietro in Cariano, VR, 2014.

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