Da Causae et Curae:
“Se si vuole fare una coppettazione (con ventosa) la si faccia a digiuno poiché allora la putredine scorre nelle vene separata dal sangue. Infatti dopo aver mangiato, il sangue si mescola alla putredine e se si volesse praticare la coppettazione in quel momento il sangue uscirebbe insieme alla putredine. Se l’uomo in quel momento è debole di cuore mangi un po’ di pane e beva un sorso di vino prima di iniziare la coppettazione.
"Essa fa bene ed è utile in ogni periodo dell’anno per togliere i muchi e gli umori nocivi dell’uomo. Essi infatti abbondano tra la carne e la pelle e sono assai dannosi per l’uomo. La coppettazione però è benefica più per i giovani che per gli anziani in quanto gli umori abbondano più nei giovani che negli anziani. Inoltre è più vantaggiosa in estate che in inverno, infatti allora si mangiano cibi e succhi più freschi e più verdi, e se ne assorbono i muchi freschi.
"Ma chi ha carni molli e un po’ grasse, faccia uscire il sangue due volte in un mese mediante la coppettazione. Chi invece è magro può farlo ogni mese, se necessario."
"Chi ha dolore agli occhi, alle orecchie o a tutta la testa, ponga una coppetta o una ventosa all’estremità del collo o del dorso. Chi prova dolore al petto, ponga la coppetta sulle scapole, o in caso di male ai fianchi, la applichi su una delle braccia, all’attaccatura della mano e in caso di male alle gambe o sull’una o sull’altra gamba. Se si torce per il dolore nelle viscere, la posizioni tra le natiche ed il ginocchio, ovvero sulla coscia."
"La coppetta non si deve applicare più di tre o quattro volte sullo stesso punto e nell’arco della stessa ora in cui si estrae il sangue. Non si esegua la scarificazione sui polpacci o sulle tibie, o molto raramente, e solo in caso di grande bisogno, questo a causa degli umori, perché lì scorre più sangue che umori, nè si estraggano gli umori, perché il corpo è sostenuto dalle gambe.
"Per coloro che tramite la coppettazione riducono il sangue e gli umori, non è necessario evitare in via precauzionale la luce solare o del fuoco o i cibi come si dovrebbe fare in caso di salasso. Possono ristorarsi con i cibi come facevano prima della coppettazione, poiché non sono stati incisi i vasi sanguigni, che trasportano la vita degli esseri umani e che collegano tutte le membra. Se si incidesse infatti una delle vene, tutte le altre ne risentirebbero e soffrirebbero"
La coppettazione, chiamata anche scarificazione, come il salasso e la moxibustione è un metodo terapeutico praticato già nell’antichità. Anche il medico greco Ippocrate (460-370 a.C) era convinto della sua utilità nell’eliminare gli umori cattivi.
Per fare la coppettazione, ci sono due sistemi: vengono usate delle coppette con pallina per aspirazione dell'aria o vengono utilizzati dei vasetti speciali di vetro. All’interno di questi vasetti viene posto un batuffolo di cotone imbevuto di alcool, cui viene dato fuoco, dopodiché si posiziona il vasetto-ventosa sulla pelle. Raffreddandosi l’aria nel vasetto, si crea una pressione a vuoto tramite la quale la pelle e lo strato sottostante vengono risucchiati dalla ventosa. Risucchiando la pelle, si rinforza la circolazione sanguigna, si attiva il metabolismo locale ed il tessuto connettivo si ripulisce. Applicando la ventosa nei punti collegati agli organi interni avviene una stimolazione degli stessi.
Nella coppettazione si distingue tra la forma secca, dove si ha solo una pressione a vuoto e quella sanguinante, dove invece la pelle prima del posizionamento della coppetta viene leggermente incisa.
Un’azione immediata si ottiene nei
Ildegarda consiglia di applicare le ventose a digiuno ma prima si può assumere un po’ di vino spento e di pane di farro, “affinchè il cuore non si indebolisca”. La consiglia inoltre più ai giovani che agli anziani ed in generale è meglio d’estate che in inverno.
“Ma chi ha carni molli e un po’ grasse, faccia uscire il sangue due volte in un mese mediante la scarificazione. Chi invece è magro può farsi scarificare anche ogni mese, se necessario.”
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