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Dr Chiara Melgara: essere mezzo e aiuto nel percorso di cura e di guarigione



“Dio ha posto l'uomo come la più bella delle gemme sulla terra, nel cui splendore si rispecchia tutto il  creato”

Questa frase di Santa Ildegarda del Liber Divinorum Operum mi ha sempre colpito, perché stravolge completamente i canoni classici della medicina.
Da medico specialista, che ha lavorato fin da subito dopo la laurea in strutture ospedaliere o territoriali pubbliche, l’approccio al paziente (sebbene filtrato attraverso lo sguardo della fede) era quello imparato ai tempi degli studi, ovvero un affronto risolutivo di una o più problematiche, più o meno definite da scoprire e indagare, mediante gli strumenti che metteva a disposizione la medicina con i suoi progressi scientifici.
Leggendo gli scritti della Santa, conosciuti già 25 anni fa ma “resi vivi” attraverso l’incontro 6 anni fa con la dott.ssa Christiane Ernst-Paregger, maestra e amica, mi è apparso subito evidente che avrei dovuto modificare l’angolazione dello sguardo sul paziente, non più solo persona con la sua peculiare storia clinica e il suo bisogno, ma piccolo “microcosmo” nel quale si riflette il “macrocosmo” (sempre per restare negli insegnamenti della Santa).
Da questo stravolgimento di approccio, che mi ha portato successivamente a lasciare l’attività ospedaliera per dedicarmi esclusivamente alla medicina ildegardiana aprendo un mio ambulatorio a Milano su spinta della dr.ssa Paregger, nasce la mia attività quotidiana che vuole essere mezzo e aiuto nel percorso di cura e di guarigione di chi si rivolge a me, attraverso una relazione che utilizza quanto appreso in modo pratico dalla mia maestra e approfondito nella teoria con uno studio costante e quotidiano dei testi della Santa.
E, nonostante l’impegno, le soddisfazioni sono tante, a partire dai visi delle  persone che diventano evidentemente luminosi e lieti dopo aver effettuato il salasso o la coppettazione, fino alla gratitudine esplicita di tutte quelle persone che risolvono problematiche che li disturbavano da tempo.

Anche l’esperienza del digiuno ildegardiano, effettuata con un piccolo gruppo di persone in un luogo che ci consentisse un contatto privilegiato con la natura, opera e segno di Dio, guidati ogni giorno da un sacerdote con esercizi  spirituali oltre che con la celebrazione eucaristica, ha reso evidente e quasi tangibile per tutti l’importanza fondamentale della cura dello spirito per la salute del corpo. Poiché, come scrive Santa Ildegarda in Causae et Curae:

“Se infatti l’uomo fosse rimasto nel Paradiso, non avrebbe avuto nel suo corpo il flegma – da cui derivano molti mali – e la sua carne sarebbe stata integra e priva del livido muco. Ma poiché accettò il male e rifiutò il bene, fu reso simile alla terra, che genera erbe buone ed utili ed erbe cattive ed inutili, e che  ha in sé umidità e succhi, sia buoni sia cattivi.” (…)

“Quando gli elementi operano ordinatamente nell’uomo, lo sostentano e lo rendono sano; mentre quando sono in disaccordo, lo fanno ammalare e lo uccidono.”


Quindi questa medicina, come dico sempre ai miei pazienti, non si limita a proporre un cambiamento di stile di vita con una differente modalità di alimentazione o a prescrivere una terapia, ma prevede due percorsi paralleli fra loro: da un lato un cammino di purificazione costante del corpo (attraverso il salasso e la coppettazione in primis, ma anche la dieta) accompagnato dai rimedi specifici - scelti tra i numerosi che ci ha indicato la Santa - per le eventuali problematiche che mi trovo ad affrontare, dall’altro un cammino dello spirito effettuato con un proprio sacerdote di riferimento. Senza dimenticare che questa, oltre che curativa, è anche
una medicina preventiva!

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